Il parco rupestre [solo testo]

*Oggi il parco rupestre si compone di due parti non contigue, mentre, originariamente, il sistema composto da Lama d’Antico, lama Tamurrone e lama San Lorenzo non presentava soluzione di continuità. Nonostante la vicinanza il paesaggio, l’insediamento e le chiese presentano nelle due parti, insieme a elementi comuni, caratteri e peculiarità profondamente differenti.*

L’area del parco rupestre caratterizzata dalla presenza delle chiese di San Giovanni e San Lorenzo è oggi fisicamente separata da quella di Lama d’Antico, a causa della presenza della ferrovia e di alcuni insediamenti produttivi realizzati insensatamente proprio sull’alveo della lama. Gli interventi funzionali alla realizzazione del parco si sono qui incentrati sulla rimozione delle principali situazioni di degrado e sulla creazione delle condizioni minime per la fruizione dell’area, attraverso la realizzazione di un’area di parcheggio e di un percorso pedonale e ciclabile che unisce le due chiese. Sono inoltre stati realizzati interventi puntuali di recupero e di valorizzazione delle chiese e di uno dei più Interessanti complessi rupestri. Le chiese di San Giovanni e San Lorenzo rappresentano il fulcro dell’area, localizzate rispettivamente nella parte nord e sud del solco erosivo.

Le numerose grotte distribuite tra le due chiese, adibite a residenze e a laboratori, si dispongono in maniera diffusa lungo i fianchi della lama, distanti le une dalle altre, a differenza della fitta aggregazione insediativa riscontrabile nel villaggio di Lama d’Antico. Peculiare la presenza di due vasti e articolati complessi rupestri, identificati come laboratori produttivi; uno, probabile mulino, è sito sullo spalto di fronte alla chiesa di San Lorenzo, e l’altro, identificabile allo stadio attuale delle ricerche come ricovero per il bestiame, è sito sullo spalto di fronte alla chiesa di San Giovanni. Molto interessanti alcune grotte-abitazione, caratterizzate da accessi molto piccoli (Figura 3) e da volte basse, a causa dello spessore limitato del banco in cui sono scavate, e da una pianta abbastanza regolare. Anche il paesaggio agrario di questa parte del parco rupestre è differente da quello di Lama d’Antico. Scompaiono infatti del tutto gli olivi secolari, sostituiti sul fondo della lama, mediamente più largo dl quello di Lama d’Antico, da rari mandorli e da alcuni carrubi di dimensioni e forme notevoli, isolati in vaste aree destinate a seminativi.

Molto più ricca e diversificata la vegetazione naturale ancora presente sugli spalti della lama, nonostante una vasta area sia stata interessata negli anni passati dal passaggio del fuoco (Figura 1); non predominano più, incontrastate, le piante di lentisco, ma a queste si associano numerose altre specie tipiche della macchia mediterranea e compare anche, per quanto solo allo stato arbustivo, il leccio, testimonianza di quella che doveva essere la specie arborea più diffusa in quest’area prima della deforestazione avvenuta ormai alcuni secoli fa. A poche centinaia di metri dal villaggio di Lama d’Antico, lungo lo stesso solco erosiva, è quindi possibile leggere un’ ulteriore manifestazione del rapporto tra l’uomo e il suo ambiente, una variazione sul tema del vivere in grotta che permette di cogliere la complessità e l’articolazione del fenomeno nell’area di Fasano.

Within the park itself, the area con taining the churches of San Giovanni and San Lorenzo is now physically separa ted from the Lama d’Antico area. Even though the twa areas of the park are so dose fo each other, and therefore share many features, there are also pro found differences in terms of their landscapes, settlements and churches. From a functional standpoint preliminary work focused on tidying up the area and creating the right conditi ons to make the park accessible to the public. A car park was therefore created, and a footpath has now been built to link the twa churches. As well as the churches themselves, one of the cliff dwellings has also undergone some restoration work.

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