San Giovanni - La pittura [solo testo]

*La chiesa rupestre di San Giovanni presenta ancora leggibili molti degli elementi tipici delle chiese rupestri, funzionali allo svolgimento dei riti liturgici. Peculiare la presenza sulle pareti della chiesa di scene affiancate alle rappresentazioni iconiche di santi.*

La chiesa, orientata ad est, presenta una forma rettangolare e si compone di tre vani in successione: il nartece, ambiente di passaggio a cui si accede lateralmente; il naos o aula, destinato ad accogliere i fedeli e onginariamente separato dal nartece mediante un muro; il berna, riservato al clero officiante. casi, separato dalla navata attraverso l’iconostasi (templon), caratterizzata da una larga porta centrale e da due finestre laterali, parzialmente abbattuta quando la chiesa fu adibita a pagliaio e ricostruita dai passati proprietari. Tale ambiente si conclude con una piccola abside semicircolare sul fondo, senza tracce dell’altare principale, e con il diaconicon, altare funzionale alla liturgia, posto lateralmente all’abside. Lungo le pareti dei tre vani corre un sedile, risparmiato durante lo scavo della chiesa. La chiesa doveva essere in origine completamente affrescata, ma lo stato di conservazione, prima degli interventi di restauro condotti nell’ambito della realizzazione del parco rupestre, era alquanto precario, soprattutto per la presenza di uno strato, denso e compatto, di colore nero (figura 1), che ricopriva un’estesa porzione delle pareti del naos. sentito di definire come tale strato scuro possa imputarsi ad una forma di nero carbone, prodotta dalla combustione, durante un incendio, di olio per macchine o per lampade. Gli interventi di restauro sono consistiti soprattutto in operazioni di pulizia e consolidamento. Le pitture ancora riconoscibili sulle pareti della chiesa si caratterizzano per la presenza, oltre che della consueta serie di santi iconici, di vere e proprie scene: l’ingresso di Cristo a Gerusaiernrne e scene dei mesi sulle pareti f del nartece; San Giorgio che trafigge il drago (figura 5 e 6) nell’aula; Sansone che uccide il leone sulla parete del templon; scene dell’Annunciazione nel berna. Sulla parte superiore dell’iconostasi sono presenti due medaglioni la cui iconografia è di derivazione orientale: nel tondo a sinistra è dipinta l’aquila, simbolo di San Giovanni Evangelista, in quello a destra un arcangelo dal volto giovanile, simbolo di San Matteo. Nel berna è ancora visibile, oltre alla scena dell’Annunciazione, la Deesis con la grande sagoma del Cristo Pantocratore. Immagini iconiche di santi sono raffigurate sulle pareti del berna, del naos (figura 3 e 4) e del nartece. Queste pitture, per quanto gravemente danneggiate, denotano una particolare perizia esecutiva. Il complesso figurativo presente sull’iconostasi e nel berna è databile, secondo gli studiosi, all’inizio del XII secolo, mentre gli altri dipinti sarebbero più tardi. La facciata della chiesa, in parte crollata, è stata sostituita da un paramento in blocchi di tufo, ma è ancora possibile leggere la tipica lunetta soprastante l’ingresso. Sul lato destro si apre una grande cisterna, intonacata con cocciopesto, e a poca distanza sono presenti alcune tombe, già svuotate in passato.

The rock church of San Giovanni has a rectanguiarpian and is made up of three consecutive rooms (the narthex, naos and berna). Many of the unique liturgical features of rock churches can stili be distinguished, such as the icon screen which separates the berna frorn the naos. The church will have originally been completely covered in frescoes - the paintings which decorate the walls of the church are quite unique, with tableaux of scenes such as St. George and the Dragon or Sarnson and the Lion alongside icons of the holy saints. The figurative decorations on the icon screen can be dated back to the early l2th centwy, whereas the other paintings are frorn a later period. tondo a sinistra è dipinta l’aquila, simbolo di San Giovanni Evangelista, in quello a destra un arcangelo dal volto giovanile, simbolo di San Matteo. Nel berna è ancora visibile, oltre alla scena dell’Annunciazione, la Deesis con la grande sagoma del Cristo Pantocratore. Immagini iconiche di santi sono raffigurate sulle pareti del berna, del naos (figura 3 e 4) e del nartece. Queste pitture, per quanto gravemente danneggiate, denotano una particolare perizia esecutiva. Il complesso figurativo presente sull’iconostasi e nel berna è databile, secondo gli studiosi, all’inizio del XII secolo, mentre gli altri dipinti sarebbero più tardi. La facciata della chiesa, in parte crollata, è stata sostituita da un paramento in blocchi di tufo, ma è ancora possibile leggere la tipica lunetta soprastante l’ingresso. Sul lato destro si apre una grande cisterna, intonacata con cocciopesto, e a poca distanza sono presenti alcune tombe, già svuotate in passato.

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